Queste religioni ovviamente erano strutturate in maniera ben diversa da ciò che si intende oggi con questa definizione. Esse si basavano infatti sulla rappresentazione di una sorta di simbiosi tra l’uomo e il cosmo, articolato come mondo degli dèi, con il quale l’uomo poteva stabilire una relazione comunicativa attraverso il culto. La più elevata opera civilizzatrice delle religioni politeiste consistette nel classificare per forma, nome e funzione le forze alle quali l’uomo si credeva soggetto. Grazie a questo sistema le divinità di un gruppo potevano essere paragonate a quelle di un altro, anzi potevano essere «tradotte» le une nelle altre. E ciò rese a sua volta possibili patti «internazionali» basati sul reciproco riconoscimento dei rispettivi dèi sui quali si giurava. Fintantoché l’altro credeva negli dèi, si poteva concedergli fiducia.
__________◊ authp_J_a_n_A_s_s_m_a_n_n
KEYWORDS
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_J_A_s_s_m_a_n_n
◊ authp_A_s_s_m_a_n_n
◊ cover_N_o_n_a_v_r_a_i_a_l_t_r_o_d_i_o
◊ cover_N_o_n_a_v_r_a_i
◊ edit_i_l_M_u_l_i_n_o
◊ edit_M_u_l_i_n_o
◊ yauth_2_0_0_6, yedit_2_0_0_7
◊ book_quote, lantxt_it, hdr_v2
• keywords_da_inserire
_____
[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento