Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (5)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

Prima di essere disegnata, la pietra di Blombos era stata usata come macina, sempre per l’ocra. “È infatti molto ben levigata. Doveva aver lavorato per molti anni. Chissà che dalla grotta non rispuntino altre raffigurazioni pittoriche” si augura d’Errico. L’archeologo e antropologo di origini torinesi è autore di molte delle pubblicazioni relative alle prime forme di arte dell’umanità. “Un disegno come quello di Blombos non è mai un caso isolato. È il risultato di una traiettoria culturale che, nel caso della grotta sudafricana, ci ha regalato anche incisioni geometriche, conchiglie perforate e decorate con ocra o annerite per effetto del riscaldamento”. Esempi simili di gioielli primitivi sono comparsi anche in Marocco o in Israele. Ma il reperto più antico è forse una conchiglia ritrovata sull’isola di Giava con delle incisioni a zigzag. Risalirebbe addirittura a 540mila anni fa. I disegni più antichi (con l’eccezione di quello odierno) sono invece successivi ai 42mila anni fa. Si trovano nelle grotte di Chauvet in Francia, El Castillo in Spagna, Apollo 11 in Namibia e Maros in Indonesia.

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Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (4)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

Il primo disegno di un Sapiens risalirebbe dunque ad almeno 73mila anni fa. Più o meno contemporaneamente (65mila anni fa) un Neanderthal lasciava in una grotta della Spagna delle pitture rupestri in ocra nera: motivi astratti, impronte di mani e macchie di pigmento su stalagmiti. Sempre a Blombos, in uno strato leggermente più profondo risalente a 85-82mila anni fa, furono ritrovate pietre con linee geometriche intagliate (il fatto di essere incise le differenzia dal disegno descritto oggi su ‹Nature›). Solo una coincidenza? E sempre una coincidenza è il fatto che il cancelletto resti una delle figure più riconoscibili oggi? “Il disegno è un simbolo, e il simbolo testimonia la presenza del pensiero astratto. Gli uomini di queste epoche antiche evidentemente avevano già raggiunto questa importante tappa dello sviluppo” spiega d’Errico. Per rispondere alla seconda domanda è stata nel frattempo interpellata la neuroscienza. Le verrà chiesto quanto il nostro cervello sia preparato a riconoscere senza sforzo determinate forme geometriche anziché altre.

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Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (3)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

La pietra è finita così nel laboratorio di d’Errico, che è anche direttore di ricerca al Cnrs. “L’abbiamo sottoposta a ogni tipo di analisi, per capire l’origine di quelle linee”. Spettroscopia Raman, microscopia elettronica a scansione accoppiata, microscopia confocale hanno escluso che quelle venature rosse fossero di origine naturale. L’archeologo ha pensato poi di simulare il gesto dell’antico pittore. “Ho seguito due strade. Ho provato a macinare della polvere d’ocra, scioglierla in acqua a varie concentrazioni e applicarla con una sorta di pennello: un bastoncino battuto a un’estremità con un sasso. In alternativa ho usato una pietra di ocra appuntita. La seconda tecnica combaciava con il disegno originale. Segno che il nostro lontano antenato aveva usato una sorta di matita per tracciare le linee. La punta, piuttosto dura, ha lasciato un segno regolare largo 1,3 millimetri”.

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Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (2)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

Il ritrovamento della pietra disegnata, che nel suo lato più lungo non raggiunge i 4 centimetri – ma con il tempo si è spezzata: in origine la superficie della raffigurazione era più ampia – e il cui colore bruno non aiuta certo a riconoscere le tracce di ocra rossa, è avvenuto quasi per caso nella grotta di Blombos, in Sudafrica: una vera e propria caverna dei tesori per archeologi e paleoantropologi, i cui reperti raccontano la storia dell’‹Homo sapiens› dai 105 ai 64mila anni fa. Tra migliaia di schegge di silcrete, un materiale molto duro che contiene sabbia e silice, il piccolo frammento ha attirato la curiosità dei ricercatori dell’università di Witwatersrand a Johannesburg che dal 1991 scavano nella grotta di Blombos. Indecisi sul da farsi, hanno pensato di portarlo via per osservarlo meglio.

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Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (1)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

Francesco d’Errico ha preso in mano una scaglia di ocra rossa e una pietra di silcrete. Nel suo laboratorio dell’università di Bordeaux, l’archeologo ha poi ripetuto il gesto che un suo antenato aveva eseguito 73mila anni fa in una grotta vicino a Città del Capo. Sulla silcrete ha tracciato sei linee verticali e tre orizzontali, per sottoporle a esame e confrontarle con l’originale. Quello che viene considerato il primo disegno della storia è infatti un intreccio di linee rosse sulla pietra che a occhi “social” sembrerebbe un hashtag e a occhi più tradizionali il gioco del tris. La scoperta viene raccontata oggi su ‹Nature›.

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Repubblica (12/9/2018) • E l’uomo, 73mila anni fa… (0)

  •  D u s i  (2 0 1 8)  •  … d i s e g n ò  u n  c a n c e l l e t t o  •

E l’uomo, 73mila anni fa, disegnò un cancelletto


Scienze

Il primo disegno di un Sapiens, ritrovato nella grotta di Blombos, in Sudafrica, risale a 73mila anni fa. Una matita di ocra rossa aveva tracciato nove linee incrociate che oggi sono a malapena visibili. Per scoprirle, gli archeologi hanno dovuto sfoderare tutte le tecnologie del XXI secolo. Ma nessuno si dice stupito: “Quegli uomini avevano già dimostrato in vari modi di essere pronti per il pensiero astratto”

• Panoramica della grotta di Blombos
• Le “matite” di ocra (a sinistra) e i frammenti di selcrite (a destra) usati per la simulazione a Bordeaux
• L’analisi al microscopio
• Archeologi al lavoro a Blombos

di Elena Dusi
Repubblica — 12/9/2018 (mercoledì 12 settembre 2018)

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno pomeriggio… (XXV:2b)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

MartaDovevi dirmi altro?
PonticelliNo. Nient’altro.
MartaBeh, allora io… (si morde le labbra, nervosa)
PonticelliChe c’è? … (Marta si ravvia i capelli) Non sei mica arrabbiata…
MartaNo. È giusto, è giusto… (lo guarda con un’aria un po’ di sfida)
PonticelliComunque, facciamo così. Preparo un elenco di tutto quel che si deposita (Marta sorride) … e delle altre cose che abbiamo qui, in casa, e ne teniamo una copia per uno, eh?
Marta (sorride):  D’accordo. Ciao. (si volta e si allontana di spalle)
PonticelliArrivederci.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno pomeriggio… (XXV:2a)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

PonticelliQualcosa possiamo anche tenerla perché la gente non pensi che siamo caduti in miseria.
MartaQuesta la posso tenere? (indica la collana che porta al collo. Si fissano)
PonticelliLa collana col rubino, forse…
MartaLa vuoi subito?
PonticelliNo, no; ma se sei d’accordo… perché aspettare? (Marta se la sfila e la tiene in mano) Però, se la vuoi tenere, tienila pure (ricomincia a muoversi su e giù) Io cerco, prima di tutto, di tutelare i tuoi interessi, ecco.
MartaLo so, lo so…
PonticelliIo… sai, io… (si ferma accanto a lei che gli consegna la collana) … penso sempre all’eventualità che io ti possa mancare. Sai, alle volte… una malattia fulminante o un attentato. E poi non la metti mai, è la prima volta che te la vedo.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno pomeriggio… (XXV:2)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

2. PP di Ponticelli, in piedi, in corridoio; sullo sfondo il soggiorno. È a disagio; tossisce. Sopraggiunge Marta. Le gira intorno. La mdp segue con leggeri movimenti di carrello Ponticelli che si muove su e giù, e ora è di spalle, ora di fronte; Marta resta ferma, guardandolo con distacco.
PonticelliVolevo dire… pensavo ai furti, alle rapine, agli scippi. E… mi sono detto che sarebbe più prudente portare tutto in banca… oro, gioielli, e una parte dell’argenteria… prendere una cassetta di sicurezza. (dopo un po’) … Anche se, oggi, nemmeno le banche sono più sicure. Ma è sempre meglio che tenerli in casa. Ecco. Sei d’accordo? (si ferma, fissandola. Lei abbassa lo sguardo)
Marta (sorride imbarazzata):  Sì, sì…

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno pomeriggio… (XXV:1)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

1. Semitotale della camera di Marta, ripresa dalla porta che dà sul corridoio: sul letto, Marta, vestita per uscire, si sta truccando. Davanti alla porta, Ponticelli passeggia nervosamente su e giù, entrando e uscendo più volte di campo. Si ferma. Si rivolge alla sorella che interrompe il suo trucco.
PonticelliEsci?
Marta (gli occhi bassi):  .
PonticelliNo… perché ti volevo dire una cosa. Hai due minuti? (esce)

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[]  M.  B e l l o c c h i o,  ‹S a l t o  n e l  v u o t o›,  U n i v.  e c o n.  F e l t r i n e l l i,  1 9 8 0.
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Letteratura Cinese • Premessa (6)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

Intrecciando temi generali con esempi specifici, il volume introduce gli argomenti sotto forma di conversazioni fra testi. Questo metodo comparativo permette di cogliere, oltre agli orientamenti dominanti, anche le correnti contrarie e quelle sotto la superficie. Evidenzia inoltre il sincretismo e le diversità all’interno delle tradizioni letterarie della Cina. Cosa significa essere umani? In che modo persone benevole possono veicolare la Via, esprimere sentimenti, narrare storie, intrattenersi e influenzarsi l’un l’altra, sviluppando una società umana? Le prospettive offerte dalla letteratura cinese sono estremamente rilevanti per i problemi etici, estetici, sociali e ambientali del presente; questo volume vuole dare ai lettori la possibilità di partecipare a queste riflessioni e contribuirvi. Traendo ispirazione dal saggio Confucio (551-479 a.e.c.), che affidava ai suoi studenti il compito di completare il quadrato dopo che lui ne aveva delineato un angolo, questa semplice introduzione si propone come una guida nel vasto panorama della letteratura cinese. Anche se molto resta da esplorare, questi assaggi di una tradizione poderosa possono ispirare il lettore a spingersi oltre, proprio come la poesia di Wang Zhihuan incoraggia a fare, salendo un piano ancora.

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Letteratura Cinese • Premessa (5)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

In ambito cinese, lo studio della letteratura ha sempre rispecchiato questa concezione più ampia. Per comprendere le dinamiche del cambiamento, la letteratura si è interessata ai cicli naturali in cui si alternano fasi di vigore e di esaurimento. Tale approccio ha incentivato teorie letterarie che collocavano i singoli scrittori, i movimenti e l’ascesa e il declino dei generi all’interno di un panorama più vasto, modellato dai venti mutevoli dei processi storici e naturali. Quando la poesia codificata in forme metriche regolari della dinastia Tang perse favore, si diffusero nuovi generi come liriche e arie; quando cadde in declino la poesia tutta, si affermò il racconto. Queste teorie hanno spesso riconosciuto agli sviluppi culturali una vita propria; in realtà, la storia della letteratura cinese è anche la storia del suo aver servito interessi specifici. Il mecenatismo delle élite ha svolto un formidabile ruolo in tal senso e la prassi di trasmissione e definizione del canone tendeva a servire tali interessi. La lettura di singole opere dona il piacere di contemplare i riflessi sulla superficie del fiume. Tuttavia, per vedere le profondità sottostanti occorre affrontare non solo le questioni della lingua e della comprensione interculturale, ma anche le dinamiche del potere, che includono questioni di classe sociale, genere, appartenenza etnica e nazionale.

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Letteratura Cinese • Premessa (4)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

Le più antiche testimonianze scritte cinesi presentano la cultura letteraria come fondamentale per orientare il buon governo e promuovere il miglioramento sociale. Per illustrare l’intimo legame fra i dettami estetici e quelli etici questo volume privilegia i generi della poesia e della narrativa, ma si occupa anche di filosofia, storia e teatro. Poiché soltanto sul finire del XIX secolo ha cominciato a svilupparsi una visione definita della letteratura, l’approccio scelto in questo volume va inquadrato nella concezione più ampia, tipica della cultura cinese tradizionale, che vede letteratura, storia e filosofia come parti di un tutto.

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Letteratura Cinese • Premessa (3)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

Questo volume narra la storia della letteratura cinese dall’antichità al giorno d’oggi, esaminando il ruolo centrale che la cultura letteraria ha ricoperto nel promuovere istanze sociali e politiche. Considerando la cultura letteraria come uno sforzo collettivo di solcare il flusso dell’esperienza, il volume tratta la letteratura cinese come un immenso fiume in cui confluiscono le mutevoli passioni umane, soprattutto passioni etiche e sensuali, e le pratiche estetiche volte a coltivare e governare tali passioni. Le principali tradizioni del pensiero cinese condividono la convinzione che molte sofferenze derivino da errori di prospettiva e che la letteratura possa aprire gli occhi, la mente e il cuore delle persone.

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Letteratura Cinese • Premessa (2)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

Questa poesia dell’VIII secolo richiama la visione tradizionale cinese della cultura come un fiume che scorre incessantemente. Costellato di anse e disseminato di affluenti, questo fiume possente ha nutrito gli abitanti di quella che oggi si chiama Cina per più di tremila anni. I pensatori cinesi hanno cercato a lungo di discernere i principi di questo immenso flusso e le loro concezioni hanno a propria volta plasmato il corso del fiume. La convinzione dell’alternarsi ciclico di caos e ordine, conflitto e risoluzione, per esempio, può aver ispirato la struttura quadripartita dei componimenti detti “versi tronchi” (‹jueju› 絕句), i cui quattro versi rispettivamente iniziano, sviluppano, imprimono una svolta al tema e infine lo risolvono. Nella poesia di Wang Zhihuan questa struttura ordinata offre la visione di un vasto orizzonte e, nonostante una sfumatura di tristezza alla scomparsa del sole, la poesia si conclude con parole di incoraggiamento. Dall’alto, il punto di vista migliore, le svolte e le anse del fiume tracciano un corso ricco di senso.

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Letteratura Cinese • Premessa (1)

  •  K n i g h t  (2 0 1 2)  •  P r e m e s s a  •

Salendo sulla torre dell’airone› (‹Deng guanque lou› 登鹳雀楼)
Wang Zhihuan 王之渙 (688-742)
白日依山盡
黃河入海流
欲窮千里目
更上一層樓
Un bianco sole s’adagia sui monti e scompare,
il Fiume Giallo scorrendo entra nel mare.
Se tutte e mille le leghe vuoi vedere,
un altro piano prova a salire [1].

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N O T E
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[1]. Una traduzione alternativa è disponibile in Bertuccioli Giuliano, ‹Testi di letteratura cinese: poesia›, nuova edizione rivista e annotata a cura di Paolo De Troia, Libreria Editrice Orientalia, Roma, 2016, p. 31.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIV:2-3)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

2. PP del fratello pazzo che ascolta seduto sul letto poi si adagia sul cuscino.
Marta (f.c.):  … che il lupo è già passato / Il sole è già calato… (continua canticchiando)


3. PP di un bambino a letto; gli occhi aperti, ascolta al buio.
BambinoMi dai la mano?
Una panoramica segue il braccio teso che stringe un’altra mano, e continua scoprendo un secondo bambino, grande, a letto; si arresta la musica.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIV:1)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

1. PP di un bambino a letto che dorme abbracciato a una bambola; f.c. continuano la ninna nanna e la musica da carillon. La mdp panoramica a scoprire Marta bambina che spinge avanti e indietro una carrozzina nella quale un bimbo piccolo stenta a prendere sonno. La bambina per addormentare il fratellino sussurra la stessa ninna nanna che Marta adulta canta a Ponticelli.
MartaIl sole è già calato / È notte, canta il grillo / e tu dormi tranquillo / che il lup… (riprende di scatto la carrozzina che le stava sfuggendo)

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:19-20)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

19. PP di Marta seduta sul letto: sorride, poi si corica, felice. Inizia una cantilena, discreta, dolce, infantile, una ninna nanna.


20. PP di Ponticelli che si sistema il lenzuolo, e sente il canto che viene dalla camera di Marta.
Marta (f.c., accompagnata dalla musica da carillon):  E tu dormi tranquillo / che il lupo è già passato…
Si calma, è come se Marta cantasse a lui la ninna nanna; si distende.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:16-18)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

16. Piano ravvicinato del letto di Ponticelli, nascosto sotto il lenzuolo, illuminato dall’interno dall’abat-jour che s’è portato sotto le coltri. Sfoglia rumorosamente le ricevute.


17. Continua l’inq. 15: Marta, seduta sul letto, trattiene a stento le risa, divertita.


18. Continua l’inq. 16. Si spegne la luce sotto il lenzuolo. Rispunta fuori Ponticelli; si agita, fa segno di no con le mani e alla fine fa più volte gesti osceni, rivolto nella direzione della camera di Marta.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:13-15)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

13. PP di Ponticelli in piedi, in pigiama, come alla fine dell’inq. 11. Si sente, f.c., chiudere la porta dello sgabuzzino; Ponticelli si scuote, si avvia verso il fondo, verso la porta che comunica con la sua camera: è chiusa a chiave. Si fa prendere dal panico. Finalmente trova la chiave che stava già nella toppa, la gira affannosamente; apre, e chiude.


14. Semitotale della camera da letto di Ponticelli, al buio: il giudice chiude la porta, si corica; accende l’abat-jour che accosta alle ricevute.


15. Piano ravvicinato di Marta, di spalle, che chiude a chiave la porta che comunica con la camera del fratello; si volta, sorride divertita. Seguita in panoramica, si accosta al letto, si sfila la vestaglia.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:11-12)

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11. Piano ravvicinato della porta della camera di Marta; Ponticelli entra in camera; seguito in panoramica, si avvicina a lenti passi al letto della sorella; solleva le lenzuola, spia sotto le coltri, tasta con le mani; poi, vi si corica. Assapora una sensazione di piacere. Si guarda attorno; si rialza, trova la borsetta di Marta, vi fruga dentro con mani tremanti.


12. Dettaglio della mano che estrae dalla borsetta l’astuccio dei preziosi, lo rigira, ne fa scattare l’apertura; f.c. s’interrompe la musica. Poi lo rimette a posto. Estrae la ricevuta del Monte di Pietà che tiene a lungo fissa.
Ponticelli (f.c., sottovoce):  Prestito su pegno di preziosi. Due orecchini con brillanti. Duecentosettantamila.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:10)

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10. Totale del corridoio al buio, ripreso in tutta la sua lunghezza; f.c. continua la musica da carillon. Ponticelli, già in pigiama, attraversa il corridoio in punta di piedi. Arriva alla soglia della sua camera, quando s’accorge che, nel silenzio, Marta sta bisbigliando qualcosa, pianissimo, al telefono.
Marta (f.c.):  Ti ricordi, sai chi sono?
Il fratello si ferma, tende l’orecchio; è illuminato da un raggio di luce che viene dalla sua camera.
Marta (f.c.):  È… è troppo tardi, vero?
Il fratello si volta e, cercando di non fare il minimo rumore, si dirige verso la voce; la mdp comincia a muoversi in carrello e poi panoramica sino a scoprire dietro la porta socchiusa dello sgabuzzino Marta al telefono; si ferma, isolando i due fratelli in PP, divisi dalla porta socchiusa.
MartaTi diverti? (assensi. Sospiri) … Ho capito.
Marta sorride, serena; Ponticelli è teso a spiare, dietro la porta.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:7-9)

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7. PP di Ponticelli nel vano della porta a vetri; f.c. si spegne la luce e resta al buio.
Marta (f.c.):  Buonanotte.
PonticelliBuonanotte…
Marta gli passa accanto senza voltarsi e si allontana in corridoio, seguita dallo sguardo del fratello; f.c. il pendolo batte lentamente dodici rintocchi.


8. Semitotale della stireria, oltre una porta a vetri, come nell’inq. 6; la luce è ora spenta. Ponticelli è rimasto fermo sulla porta della stireria, al buio, roso da un dubbio. Entra e riaccende la luce della stireria. Si aggira e esamina la biancheria che sta sul tavolo; f.c. parte una musica da carillon che si sovrappone ai battiti del pendolo.


9. PP di Ponticelli, di profilo; la mdp panoramica in basso, in dettaglio sulle mani che esaminano a uno a uno i capi di biancheria stirati. Solleva un paio di slip rossi e azzurri, li tende, li guarda dentro.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:6)

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6. Semitotale della stireria: oltre la porta a vetri, Marta al tavolo da stiro; la lavatrice è in funzione. Entra il fratello e si arresta sulla soglia della stireria.
PonticelliCosa fai?
MartaStiro…
PonticelliA quest’ora? (Attende una risposta che non viene) … Eh?
MartaHai ragione… è tardi. Sono un po’ stanca… (posa il ferro, ordina e copre con un panno la biancheria stirata)

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:5)

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5. PP di Ponticelli, seduto in poltrona, come alla fine dell’inq. 3; si volta in direzione della cucina f.c.
Marta (f.c.):  Ho ancora un po’ da fare…
PonticelliPosso cambiare canale?
Marta (f.c.):  Sì… sì…
PonticelliPerché non me lo hai detto prima? …
Si alza, seguito in panoramica, e poi si siede sulla poltrona a fianco, in PP; prende il telecomando, ma poi non cambia canale, prende i ferri di un lavoro a maglia e li getta sull’altra poltrona, si mette sullo stomaco una borsa dell’acqua calda.
Speaker (voce femminile):  Il tempo di oggi. Nuvolosità variabile al Nord, con precipitazioni sparse durante la mattinata. Sulle regioni settentrionali, su quelle centrali tirreniche e sulla Sardegna sereno o poco nuvoloso. Sulle altre regioni, molto nuvoloso e coperto con precipitazioni…

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:3a-4)

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Ponticelli, seguito in panoramica, si sposta verso l’altra poltrona; sullo sfondo s’intravvede lo studio.
PonticelliMa se non ti sbrighi…
Speaker TV (voce femminile):  Si può desiderare tanto una vecchia bambola…
Il servizio finisce.
PonticelliMa… Peccato.


4. Semitotale del soggiorno, preso dalle spalle di Ponticelli, attraverso la porta aperta della sala da pranzo; sullo sfondo, il televisore su cui passa la sigla di chiusura del TG1.
Ponticelli (di spalle):  Marta! Che fai, non vieni?

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:3)

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3. PP di Ponticelli in poltrona con un giornale aperto; alle sue spalle, il televisore acceso: passano le immagini di un servizio su una collezione di bambole.
Speaker TVLa scontentezza del presente, il sogno di un passato che, a torto o a ragione, sentiamo migliore… (Ponticelli chiude il giornale e lo posa, volgendosi verso la televisione) … e al quale in qualche modo, anche solo formale, tentiamo disperatamente di allacciarci…
Ponticelli (ad alta voce):  Marta! Ci sono le bambole!
Marta (f.c.):  Sì. Adesso vengo.
Speaker TV (ora una voce femminile):  …una bambola dei miei tempi…

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno notte… (XXIII:1-2)

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1. La fine della cena. Piano ravvicinato di Marta e Ponticelli a tavola, in sala da pranzo, lui di fronte, lei di trequarti; la tavola è colma: argenteria, porcellane, bicchieri di cristallo, cesti di frutta, medicine. Sono silenziosi. Gesti misurati.

Il giudice si versa il latte nella tazzina del caffè; Marta comincia a raggruppare le stoviglie. Allunga una mano per prendere il piattino della tazza di Ponticelli che sta bevendo il caffè; lui la ferma con un gesto della mano. Ha notato la fretta della sorella, e sembra rallentare apposta i gesti.


2. PP di Marta di fronte.
MartaOh… scusa.
Appoggia la testa sulla mano destra, gli occhi persi nel vuoto a seguire suoi pensieri.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:20)

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20. PP di Ponticelli; continua l’inq. 18.
Marta (di spalle):  Dì… dì a Anna di mettere su l’acqua… (si scosta e scompare di campo)
Il fratello rimane un attimo perplesso, poi si volta e si avvia verso la cucina.
Ponticelli (di spalle):  Anna!… Anna, mia sorella ha detto di far bollire l’acqua.
Anna (f.c.):  Va bene.
Ora Ponticelli è in cucina. Giorgio gli saltella intorno, fingendo di sparargli: “pam… pam!
Ponticelli (infastidito):  No, no stai fermo. No, no, per favore!
Appaiono e scompaiono più volte nel riquadro della porta. Giorgino continua a saltellare e sparare: “Pam… pam!” seguendo il giudice che prende un cesto della frutta e compie altre operazioni che la presenza della sorella gli dà la voglia di fare.
PonticelliNo. Ma non così. No!

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:18-19)

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18. PP di Ponticelli; continua l’inq. 16.
Ponticelli (sorpreso, indicando con un dito le proprie labbra):  Ma che? … ma che hai fatto… hai messo il rossetto sulle labbra? … eh?
Marta (di spalle):  Vado a cambiarmi…
PonticelliHai dei problemi?


19. PP di Marta; continua l’inq. 17.
MartaProblemi?
Ponticelli (di spalle):  Tutto va bene?
MartaHm… (poi toccandosi la fronte) Ho un po’ di mal di testa. (silenzio)

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:16-17)

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16. PP di Ponticelli che si avvicina a Marta che è di spalle.
PonticelliGrazie. (sottovoce, guardando verso la cucina) Sei tu che hai permesso al bambino di salire?


17. PP di Marta, come nell’inq. 15; ora, di spalle, in campo c’è anche il fratello.
MartaSì. Ma in cucina. Soltanto quando piove… (indicando un pacchetto) Mettila in tavola, per favore.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:14-15)

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14. Dettaglio della porta d’ingresso che si apre. Compare Marta in piano ravvicinato; chiude la porta, e viene avanti, seguita in panoramica. Depone le chiavi nella borsetta.
Ponticelli (f.c.):  Marta?
La panoramica scopre Ponticelli che sta venendo verso l’ingresso.


15. PP di Marta, lo sguardo basso.
Ponticelli (f.c.):  Ma come ti sei bagnata!
MartaNon è niente… Ti ho portato l’insalata russa.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:11-13)

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11. PP di Anna e Giorgio, seduti a tavola, come nell’inq. 2; Anna sta raccogliendo gli spaghetti che Giorgio ha versato sulla tovaglia. Per un attimo sono coperti da Ponticelli che passa davanti alla mdp.
AnnaChe disastro! … (alludendo al giudice) Guardalo. Adesso va al frigorifero, prende la sua mela e la sua acqua…


12. Dettaglio di un ripiano del frigorifero: il fondo di alcune bottiglie, buste di insaccati; Ponticelli rovista, poi scopre un bambolotto.


13. PP di Giorgio divertito.
Giorgio (ride):  Mister Muscolo.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:9-10)

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9. Semitotale della cucina, ripreso come alla fine dell’inq. 4: Ponticelli si volta e oltrepassa una porta a vetri; nello stanzino da stiro, sistema della biancheria. Da un lato, Anna e Giorgio parlottano sottovoce continuando a mangiare.
AnnaHai visto come sta arrabbiato, eh? Sembra proprio il lupo… Guardalo, sembra il lupo in gabbia.
Il giudice torna in cucina, si accosta alla tavola, prende la pistola di Giorgio, preme un paio di volte il grilletto. Giorgio gliela toglie di mano e se la pone dall’altra parte.
Anna (al bambino):  Aspetta… Vuoi un po’ di dolce… No?
GiorgioNo.


10. PP di Ponticelli, come nell’inq. 6.
PonticelliNon strozzarti.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:7-8)

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7. PP di Giorgio e Anna, seduti a tavola; continua l’inq. 5.
AnnaGlieli posso fare in bianco…
Ponticelli (f.c.):  No.
AnnaQualcosa. Non so, due uova…


8. PP di Ponticelli, scuro in volto; continua l’inq. 6.
Ponticelli (irritato):  Ma no, no, non insista… Eh, scusi…

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:5-6)

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5. PP di Giorgio e Anna a tavola, come nell’inq. 2; Anna solleva una forchettata di spaghetti.
Ponticelli (f.c.):  E stamattina com’era? Calma?
AnnaStava bene. (Giorgio mangiando fa dei versi con la bocca)


6. PP di Ponticelli, accigliato.
PonticelliAlti e bassi…
Anna (f.c.):  Vuol favorire?
PonticelliNo. (f.c., continuano i versi di Giorgio)

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:3-4)

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3. PP di Ponticelli, sulla soglia della sala da pranzo; guarda verso la cucina.
PonticelliVoi mangiate…


4. Semitotale della cucina, come nell’inq. 1; Ponticelli viene avanti, entra in cucina, seguito in panoramica, e si ferma, in piedi, davanti alla tavola: Giorgio e Anna stanno mangiando. Guarda l’orologio. Si mette le mani in tasca.
PonticelliE non ha telefonato?
Anna (pulendosi con il tovagliolo):  Starà arrivando.

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Salto nel vuoto • Casa Ponticelli… Interno giorno… (XXII:1-2)

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1. Semitotale della cucina da cui si intravvede, oltre una porta a vetri aperta, Anna a tavola; di scorcio, sulla sinistra una parte della sala da pranzo: l’angolo di ripresa è lo stesso dell’inq. 1, seq. X. F.c., rumori del temporale; pioggia, tuoni. Giorgio fa capolino sulla soglia della sala da pranzo al cui tavolo è seduto Ponticelli, scuro, in attesa. Il giudice si alza e Giorgio scappa ridendo.


2. PP di Anna e Giorgio seduti al tavolo di cucina apparecchiato: piatti di spaghetti, pane, bottiglione del vino.
Giorgio (ride):  S’è alzato…
AnnaS’è alzato… Cosa fa?
GiorgioSta arrivando.
AnnaMetti qui il tovagliolino.
GiorgioMangio?
AnnaSì. Così poi ti pulisci. (arrotolano gli spaghetti)

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