A supporto della sua teoria, che prende il nome di ‹Neurovisual Resonance Theory›, Hodgson porta un’altra osservazione, ovvero la scarsa variabilità delle forme registrata nei segni paleolitici. Nel caso di uso simbolico, crede lo scienziato, ci si dovrebbe aspettare una maggiore diversità fra le culture, proprio come avviene oggi. Il fatto che poco più di una trentina di segni si ritrovino costantemente per centinaia di migliaia di anni e in posti lontanissimi suggerisce che non portassero significati specifici. Un punto di vista diametralmente opposto da quello espresso da Ferrara, che come abbiamo visto interpreta questa ricorrenza come un indizio del fatto che quei segni sono degli antenati della scrittura.
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K E Y W O R D S
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