Davide Crepaldi, neuroscienziato della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati SISSA di Trieste, autore del libro ‹Neuropsicologia della lettura›, mi spiega così la questione: “c’è ragione di pensare che il cervello umano di cinquemila anni fa”, ossia l’epoca a cui risalgono i primi documenti attestati come vere forme di scrittura, “non fosse strutturalmente molto diverso da quello attuale”. Da allora a oggi ci sono state ancora troppo poche generazioni perché nei nostri cervelli si possano riscontrare dei cambiamenti strutturali. E quindi, in altri termini, “troppo poco tempo biologico perché possa venir riscontrata una mutazione della conformazione fisica del cervello, e di quella funzionale”. Il nostro cervello non è strutturalmente ottimizzato per la scrittura e la lettura, non lo era all’epoca della nascita della scrittura e non sembra esserlo neanche oggi. Per il linguaggio orale, mi spiega ancora Crepaldi, non è così: “il linguaggio è la classica proprietà emergente frutto dell’evoluzione darwiniana, quando a un certo punto un individuo ha una piccola mutazione che provoca un cambiamento comportamentale, questo comportamento diventa subito vantaggioso, e ciò fa sì che la sua progenie sia privilegiata”. Così, in questi casi, pian piano, nel corso delle generazioni, il comportamento diventa più frequente e infine si stabilizza. Nel caso del linguaggio parlato, questo mutamento biologico sarebbe avvenuto già in epoche piuttosto remote, forse addirittura in ‹Homo erectus› e sarebbe passato poi, affinandosi, nei suoi discendenti, noi sapiens, ma anche probabilmente neanderthal e ‹Homo heidelbergensis›.
_____________◊ authp_F_e_d_e_r_i_c_a_S_g_o_r_b_i_s_s_a
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_F_S_g_o_r_b_i_s_s_a
◊ authp_S_g_o_r_b_i_s_s_a
◊ press_art, presshdr_i_l_t_a_s_c_a_b_i_l_e
◊ yauth_2_0_2_1, yedit_2_0_2_1
◊ lantxt_it, hdr_v3
• keywords_da_inserire
_____
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento