Il Papa, quando rispolvera il diritto naturale e lo riconduce al Creatore e chiede che le leggi e la gestione della comunità civile siano improntate alle sue indicazioni, non fa che esprimere la volontà di espansione e potenza dell’ente da lui rappresentato. Esprime attraverso comandamenti religiosi la volontà di potenza della sua religione.
Non so perché questo obiettivo sia chiamato “buona laicità”. Il termine è relativamente nuovo. Forse si tratta d’un contentino lessicale alla modernità. Ma se un confronto ci deve essere tra la Chiesa e il mondo moderno, il discorso e l’analisi debbono andare molto al di là delle trovate lessicali. La “buona laicità” odora da lontano di teocrazia. Non vorrei che il confronto con l’Islam ci portasse ad imitarlo nel peggio anziché suggerire agli islamici di scoprire il meglio delle loro e delle nostre Scritture.
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K E Y W O R D S
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