iltascabile (6/12/2021) • Quando… è nata la scrittura? (13-14)

  •  S g o r b i s s a  (2 0 2 1)  •  Q u a n d o  e  c o m e  è  n a t a  l a  s c r i t t u r a ?  •

Con il criterio topologico Changizi è riuscito a “comprimere” l’enorme spazio dei tantissimi tipi di segno grafico utilizzati dall’essere umano sia in sistemi di scrittura correnti, sia trovati su reperti archeologici preistorici. Lo scienziato ha così identificato 36 forme primitive, riportando la loro frequenza complessiva. Ha osservato per esempio che le forme di tipo L e T sono molto frequenti mentre le X sono rare. Più in generale, Changizi ha osservato che la frequenza con cui appare un certo tipo di segno nei sistemi di scrittura non è affatto casuale, ma ricalca la frequenza con cui queste caratteristiche appaiono nelle immagini visive naturali. Changizi infatti si spinge a sostenere (ma non tutti sono d’accordo su questo) che la distribuzione delle frequenze di queste forme base nelle immagini naturali è simile, sia che si osservi una foresta o una strada urbana trafficata. Esisterebbe cioè una sorta di “firma” nella distribuzione naturale di questi elementi che si ritrova nella distribuzione di frequenza dei segni linguistici. Ovvero, per esempio, in un dato sistema di scrittura sarà più probabile avere segni di tipo L e V che X (come infatti secondo Changizi è stato osservato).

E, ancora, aggiunge Hodgson, “la stessa distribuzione di frequenze la troviamo anche nei segni – intagli su ossa di animale, decorazioni su oggetti, conchiglie e altri supporti – lasciati dagli ominidi sin dal paleolitico. Troviamo migliaia di questi segni, linee ripetitive, linee che si incrociano, disposte a formare vertici e angoli. Persino i neanderthal li producevano”.

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K E Y W O R D S
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