Nei decenni successivi si scopriranno cellule specializzate per orientamenti obliqui, bordi in movimento, angoli, incroci, bordi curvi e via dicendo, tutti i mattoncini necessari per codificare una gamma pressoché infinita di forme. Questa sorta di “particelle elementari della forma”, come le chiama Hodgson, sono organizzate in maniera gerarchica, con i bordi verticali e orizzontali in cima alla piramide e via via gli elementi più complessi. E secondo lo scienziato le lettere sarebbero formate proprio da questi stessi elementi visivi combinati fra loro: per questo oltre che molto salienti – attirano cioè la nostra attenzione spontaneamente – sono anche facilmente riconoscibili. Il neuroscienziato Mark Changizi si spinge addirittura a dire che i segni linguistici “assomigliano alla natura”, un’affermazione quasi ovvia quando parliamo di pittogrammi ma molto meno evidente quando pensiamo ai segni grafici non pittorici.
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K E Y W O R D S
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