L’esempio più evidente di questo approccio analitico riguarda la poesia ‹Chunwang› 春望 (Uno sguardo a primavera, 𝑖𝑛𝑓𝑟𝑎 p. 58) di Du Fu 杜甫 (712-770): dopo aver scomposto la poesia nelle sue componenti minime (i singoli caratteri) [xii*], l’autrice passa a spiegare i nessi sintattici e semantici fra le parti, portando così alla luce una rete di rimandi tra paesaggio interiore ed esteriore, che a un occhio inesperto potrebbe passare inosservata. Particolarmente utili sono gli approfondimenti dell’autrice su alcuni brani in prosa, come per esempio il racconto “Han Ping e sua moglie” (𝑖𝑛𝑓𝑟𝑎 p. 75) in cui si evidenzia ancora una volta l’importanza della ricerca del senso profondo della scrittura, attraverso una lettura interpretativa attenta. Un altro esempio interessante di impiego dei brani antologici riguarda le due quartine in “versi tronchi” (‹jueju› 絕句), rispettivamente ad opera di Xie Tiao 謝朓 (464-499) e Li Bai 李白 (701-762), riportate nel secondo capitolo per esemplificare una prassi assai diffusa fra i letterati di età imperiale, ovvero quella di fare rimandi impliciti (talvolta vere e proprie citazioni nascoste) a testi preesistenti, in una sorta di dialogo con il passato che ha reso la letteratura cinese un’“impresa collettiva” consapevole e partecipata.
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N O T E
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[xii*]. Lo stesso approccio analitico è applicato in ambito traduttivo da Wai-lim Yip, ‹Chinese Poetry: An Anthology of Major Modes and Genres›, Duke University Press, Durham-London, 1997.
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K E Y W O R D S
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[] S. K n i g h t, ‹L e t t e r a t u r a c i n e s e›, H o e p l i, 2 0 2 1.
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