Come Knight spiega nel primo capitolo, ripercorrendo le tante “vie” (‹dao› 道) proposte nei secoli per realizzare appieno le potenzialità dell’essere umano nel campo letterario e non solo, le risposte a queste domande sono state molte e diverse nel tempo. Esse, come tanti affluenti, hanno contribuito ad alimentare il flusso sempre più ricco e possente della letteratura, che in questo volume è intesa secondo la visione tradizionale, molto ampia e inclusiva, di ‹wen› 文. Questo carattere in origine indicava un “segno”, non necessariamente vergato dall’uomo [x*]; in cui gli esseri umani riconoscevano un senso che travalicava il significato immediato e manifestava l’ordine intrinseco del cosmo, di cui l’umanità era parte integrante [xi*]. La scrittura (‹wen› 文), come segno tracciato dagli esseri umani, si inserisce in un universo diffusamente dotato di senso, di cui essa è espressione e manifestazione; nelle parole dell’autrice, “la letteratura era intesa come uno strumento tangibile attraverso il quale il mondo prende forma” (𝑖𝑛𝑓𝑟𝑎 p. 10). Essa non era quindi intesa come mimesi o rappresentazione imperfetta di un mondo trascendente; era piuttosto manifestazione tangibile di un universo coeso e immanente, in continua trasformazione tendente all’equilibrio; secondo Pauline Yu [xi**] la scrittura in Cina, e particolarmente la scrittura poetica, è sineddoche e non metafora.
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N O T E
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[x*]. Così, per esempio, il movimento degli astri o le caratteristiche geomorfiche di un determinato luogo, se adeguatamente osservati, potevano caricarsi di un senso profondo, che l’uomo doveva saper cogliere e assecondare per vivere in armonia con il cosmo. Significativo è il fatto che il corrispettivo cinese di “astronomia” è ancor oggi ‹Tianwenxue› 天文學, letteralmente “lo studio delle tracce celesti”.
[xi*]. Questo concetto di segno ordinato e capace di veicolare un senso profondo è solitamente indicato in lingua inglese con la parola ‹pattern›, un vocabolo che ricorre frequentemente nel testo di Sabina Knight e per il quale in italiano è difficile trovare un traducente univoco. Si è quindi deciso di renderlo di volta in volta come traccia, motivo, forma, segno.
[xi**]. Pauline Yu, ‹The Reading of Imagery in the Chinese Poetic Tradition›, Princeton University Press, Princeton, 1987.
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K E Y W O R D S
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[] S. K n i g h t, ‹L e t t e r a t u r a c i n e s e›, H o e p l i, 2 0 2 1.
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