CorSera (3/11/1995) • Hannah e Martin… (1)

  •  C a r e t t o  (1 9 9 5)  •  … L’ a m o r e  o l t r e  l’ i d e a  •

WASHINGTON — L’autrice, Elzbieta Ettinger del Massachusetts Institute of Technology, gli ha dato un titolo volutamente umile: “Hannah Arendt e Martin Heidegger”. Ma a vent’anni dalla morte di due dei più grandi filosofi del secolo (spirarono a cinque mesi di distanza l’uno dall’altro) il suo volumetto di 150 pagine è stato una bomba culturale, a parere di Alfred Kazin, «un documento storico che desterà scalpore». Per due ragioni: che racconta per la prima volta nei dettagli la loro tragica storia d’amore di ragazza ebrea e d’ideologo nazista, durata mezzo secolo; e che propone un riesame critico dei loro caratteri e delle loro opere, della Arendt, innanzitutto. Basato sulla corrispondenza inedita di questi due giganti del pensiero, che divennero amanti nel 1924, lei studentessa diciottenne, lui professore trentacinquenne, sposato e con due figli, il libretto sottolinea il tormentato rapporto di dipendenza intellettuale ed emotiva che Hannah formò con l’arrogante “piccolo mago di Friburgo” fin dal primo incontro. Rapporto, ha osservato lo storico della filosofia Richard Wolin, da “Portiere di notte”, di cui la Arendt non riuscì più a liberarsi.

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K E Y W O R D S
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