Hannah Arendt e Martin Heidegger s’incontrano all’università di Marburgo nell’autunno del 1924. Lei è una ricca ebrea baltica, viene da Koenigsberg, la città di Kant. Devastato dalla sifilide, il padre è morto undici anni prima, la madre s’è rimaritata dandole due sorelle, una delle quali si suiciderà nel 1930: Hannah ha scritto un saggio, “Ombre”, in cui lamenta la «giovinezza tradita, senza più speranza». Lui invece è già un mostro sacro della filosofia. «È amore a prima vista — scrive Ettinger — e Hannah ne sarà travolta». I primi incontri hanno luogo nello studio di Heidegger, quelli successivi a casa sua (lui le segnala via libera con una lampada), infine in un appartamento presso l’università. Quando la moglie, Elfride Petri, ne ha sentore, Martin induce Hannah a spostarsi a Heidelberg.
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K E Y W O R D S
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