Chiedo scusa ma ormai, da tempo, sento molte voci che, la notte, si sommano e si confondono con quelle del vento e della pioggia. Riesco a distinguerne una che dice sempre “scrivere, scrivere, scrivere”: è quella di Giulia Ingrao. È un nome conosciuto, lo conoscono tutti. Oggi è celebrato da tutti, ma un tempo a pochi, rimaneva impresso nella mente il nome del direttore de ‹L’Unità›. Poi, più tardi divenne presidente della camera dei deputati.
Io ricordo, ero ragazzino, che quel nome aveva la magia di non essere sporcato neppure da coloro che pensavano sempre di eliminare i comunisti. Era uno stile di vita che rimaneva sempre lontano quel tanto che era sufficiente per delineare un’immagine di eterno dissidente. Identità onesta che, nel rapporto, realizzava un continuo rifiuto.
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K E Y W O R D S
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