L’anello… • a1. Costumi dei cani (c1)

  •  L o r e n z  (1 9 4 9)  •  a1.  C o s t u m i  d e i  c a n i  •

Vicino alla fontana pubblica Wolf incontra un piccolo bastardo giallo che ha un timor panico di lui e tenta di svignarsela entrando nella porta del pizzicagnolo. Wolf gli si precipita addosso, premendolo col fianco e caricandolo con quel già menzionato movimento a scatto della parte posteriore del corpo, e il bastardo viene scaraventato in strada. Wolf infuria su di lui come un uragano, con sempre nuove cariche, e ogni volta il piccolo emette un urlo stridulo, come se soffrisse i più atroci dolori, e alla fine cerca di addentare disperatamente l’aggressore. Wolf invece non ringhia neppure, non ha neppure un’espressione minacciosa, e anzi si lascia mordere con tutta tranquillità continuando a caricare: ha un disprezzo così totale per l’avversario, che non si dà neppure la pena di aprire la bocca. Però egli odia la bestiola gialla, perché si era fatta vedere ripetutamente nel nostro giardino quando Susi era in amore, e ora in modo non troppo nobile sfoga la sua rabbia sul poveraccio. La grande paura, che si manifesta con grida dolorose prima ancora che il dolore venga effettivamente sentito, è contrassegnata da una caratteristica posizione degli angoli della bocca, che sono tirati molto indietro, in modo da rendere visibile come un orlo scuro la mucosa interna delle labbra, rovesciate in fuori. Il muso del cane acquista così anche per l’occhio umano una singolare espressione piagnucolosa, che si accorda senza possibilità di equivoci con le manifestazioni sonore dell’animale.

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K E Y W O R D S
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[]  K.  L o r e n z,  ‹L’ a n e l l o  d i  R e  S a l o m o n e›  (1 9 4 9),  A d e l p h i,  2 0 0 6²².
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