CaffèEuropa (set/ott 1998) • Marcuse-Heidegger… (b7-8)

  •  C a l l o n i  (1 9 9 8)  •  … l e  l e t t e r e  d e l l’ a n n o  z e r o  •

3. Lei ha pienamente ragione nel dire che non ho mai fatto una smentita (Gegenbekenntnis) pubblica, che fosse chiara per tutti; mi avrebbe consegnato al boia assieme alla mia famiglia. Al riguardo Jaspers [7] disse: il fatto di vivere, segna la nostra stessa colpa.

4. Nel corso delle mie lezioni ed esercitazioni del 1933-34 io assunsi un punto di vista talmente univoco che nessuno fra i miei studenti cadde preda dell’ideologia nazista. I miei lavori risalenti a quel periodo, se mai un giorno verranno pubblicati, lo testimonieranno [8].

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N O T E
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[7]. Karl Jaspers, docente a Heidelberg, venne allontanato dall’attività accademica nel 1937 e dovette sospendere qualsiasi pubblicazione. Fu dunque costretto all’esilio e solo nel 1941 ottenne una cattedra a Basilea, dove morì nel 1969. Rimasero frequenti negli anni i contatti con Heidegger, così come gli scambi con Hannah Arendt, emigrata in America, di cui rimane un importante epistolario.

[8]. È quanto Heidegger riaffermerà nella famosa intervista-colloquio rilasciata al settimanale “Der Spiegel” nel 1966, ma pubblicata postuma solo dieci anni più tardi, nel 1976: “Nel semestre invernale 1944-45, terminati i lavoro [sic!] di sterramento lungo il Reno, io tenni una lezione dal titolo ‹Poetare e pensare›, che in un certo qual senso era la continuazione della mia lezione su Nietzsche, ossia la mia discussione col nazionalsocialismo”, M.Heidegger, ‹Ormai solo un Dio ci può salvare›, Guanda, Parma 1987, p. 129.

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K E Y W O R D S
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