CaffèEuropa (set/ott 1998) • Marcuse-Heidegger… (c6)

  •  C a l l o n i  (1 9 9 8)  •  … l e  l e t t e r e  d e l l’ a n n o  z e r o  •

Il mondo si presenta oggi come se nella differenza tra campi di concentramento e deportazioni naziste e campi di internamento del periodo post-bellico consistesse l’intera differenza fra inumanità e umanità. Seguendo la Sua argomentazione pertanto, gli alleati avrebbero dovuto conservare Aushwitz e Buchenwald, con tutto ciò che lì vi accadde, solo per quei “Tedeschi orientali” e per i nazisti [11] — allora il conto tornerebbe! Ma se la differenza fra inumanità e umanità viene ridotta a tale omissione, allora questa è davvero la colpa storica, di portata mondiale, del nazismo che per primo ha dimostrato al mondo intero cosa se ne può fare dell’essere umano, dopo oltre duemila anni di Esserci occidentale.

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N O T E
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[11]. Marcuse rimprovera a Heidegger la sua “mentalità della comparazione e della compensazione”, tale da porre sullo stesso piano i crimini di guerra compiuti da nazisti, americani e sovietici. La stessa strategia di “discolpa” è stata assunta nel dibattito degli anni Ottanta sullo Historikerstreit da parte di storici conservatori e neo-revisionisti, quali Ernst Nolte. Si veda inoltre A.Hillgruber, ‹Il duplice tramonto. La frantumazione del “Reich” tedesco e la fine dell’ebraismo›, il Mulino, Bologna 1990. Per una ricostruzione del dibattito, G.E.Rusconi, ‹Germania. Un passato che non passa›, Einaudi, Torino 1987. Per una ricostruzione della complessa relazione fra Marcuse e Heidegger: M.Calloni, “Morale, tecnica e rischio nella modernità: H.Marcuse e M.Heidegger”, in Iride, 1992, n. 10, pp. 23-43.

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K E Y W O R D S
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