Oggi molti paleoantropologi sospettano che la massa dei siti archeologici europei del Paleolitico medio e superiore, preponderante rispetto a quella di qualsiasi altra regione del globo, abbia generato un’illusione prospettica di tipo “eurocentrico”. Il fatto che conosciamo più siti europei non implica che qui sia avvenuta la rivoluzione paleolitica. Potrebbe significare soltanto che in Europa si è scavato di più che in altri continenti, dove probabilmente rimangono assai più cose da scoprire.
E infatti nel 2014 la rivista “Nature” ha annunciato che a Sulawesi sono state scoperte pitture e incisioni rupestri nel posto sbagliato al momento sbagliato o, per meglio dire, dove e quando meno ce le aspettavamo: in Estremo Oriente a decine di migliaia di chilometri dall’Europa, in una sperduta e frastagliata isola indonesiana tropicale; pressoché identiche a quelle europee (un babirussa in movimento, mani in negativo, etc.); ma soprattutto, più antiche di quelle europee, visto che sfiorano i 40mila anni di età. Chi erano gli artisti di Sulawesi e cosa ci facevano da quelle parti?
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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