Leggo giornalmente ‹Liberazione›. Prima pagina, l’occhio va alla colonna a destra, certamente un editoriale, una firma invitante. Sabato 22 ottobre 2005 “Amore amico della guerra?” di Lea Melandri. Confesso di aver fatto fatica a seguire le varie ipotesi che la giornalista fa per trovare una risposta a questo sconcertante interrogativo; fatica nel comprendere oltre che nell’accettare pensieri di illustri “pensatori” che a me sembrano lontani dalla realtà degli esseri umani, dei popoli. La conclusione: esiste tra amore e odio, amore e morte un legame “invariabile” e “inalterabile” nel tempo e nello spazio, che vive di una vita propria, quasi fuori dalla storia, quindi amore è amico della guerra, se si ama contemporaneamente si odia e odiando si esercita la violenza, qualunque essa sia, anche la guerra ossia l’assassinio strategicamente preparato. Questa legge non riguarda solo la vita animale e vegetale, ma anche la vita umana.
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K E Y W O R D S
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