Notevole e irresistibilmente comica anche per l’osservatore che non tende ad «antropomorfizzare» è la differenza fra il giuoco degli occhi del maschio e quello della femmina corteggiata: mentre lo spasimante fissa ininterrottamente la sua bella con uno sguardo schietto e focoso, questa sembra guardare da tutte le parti tranne che verso di lui; in realtà però gli getta furtivamente delle rapidissime occhiate di una frazione di secondo, ma pur sempre abbastanza lunghe per rendersi ben conto che tutte quelle prestigiose esibizioni sono dirette soltanto a lei, e anche abbastanza lunghe perché lui capisca che lei ha capito. Se invece la bella non dimostra alcun interesse per lui, e quindi non ricambia per nulla le sue occhiate, il giovanotto rinuncia ai suoi vani sforzi e si dà pace non meno presto… di qualunque altra creatura.
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K E Y W O R D S
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[] K. L o r e n z, ‹L’ a n e l l o d i R e S a l o m o n e› (1 9 4 9), A d e l p h i, 2 0 0 6²².
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