Manifesto (8/7/2012) • Nessuna svolta… (2)

  •  F e r r a r i s  (2 0 1 2)  •  N e s s u n a  s v o l t a  p e r  H e i d e g g e r  •

Un movimentismo filosofico che appare molto evidente nel seminario del ’34 omesso dalla «Opera completa» (che dunque, osserva giustamente Faye, è tale solo di nome) così come in un seminario su Hegel del medesimo periodo, dove l’intento fondamentale di Heidegger è politicizzare in massimo grado l’argomento, per cui, per illustrare la tesi della identità di razionale e reale, decreta che il Trattato di Versailles non è reale. L’insistenza sulla storicità, intesa come quel divenire che può giustificare qualunque cosa, è la chiave di volta del costruzionismo heideggeriano, che si traduce, in sostanza, in un trionfo della volontà di potenza. Quando i postmoderni hanno sostenuto che qualunque tesi e qualunque verità devono essere indicizzate alla loro epoca lo hanno fatto con intenti emancipativi, ma ripetevano l’argomento di Heidegger in difesa del Führerprinzip. Desideroso di trasferirsi a Monaco per stare più vicino a Hitler (come si legge nella corrispondenza con la Blochmann), forse almeno in una occasione ghost writer del Führer, Heidegger opera una continua trasposizione del presente nell’eterno, del politico nel metafisico, e viceversa.

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K E Y W O R D S
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