Questo naturalmente non allevia in alcun modo le responsabilità degli europei nel loro impatto devastante rispetto alle civiltà native e agli ecosistemi indigeni. Semplicemente, le iscrive in un tessuto di interdipendenze storiche e geografiche più ampio e variegato, nel quale fanno il loro ingresso a pieno titolo le dinamiche co-evolutive profonde che legano insieme le popolazioni umane, i loro differenti ecosistemi, le faune che incontrano, le condizioni climatiche, la geologia terrestre. Queste dinamiche ecologiche sono le stesse che condizionano l’evoluzione degli ominini da 6 milioni di anni: esse sono parte della medesima “storia naturale”.
Insomma, l’impatto di ‹Homo sapiens› sugli ecosistemi è stato pesante anche prima dell’invenzione dell’agricoltura. L’Antropocene è cominciato presto. Siamo una specie anomala, perturbatrice, una specie catastrofica. Ci sono altre montagne di scheletri, nascoste da qualche parte.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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