Questo quadro, negli ultimi millenni e in particolare negli ultimi due secoli, è stato irreversibilmente compromesso e la biodiversità è oggi in calo verticale. Alla lista dei fattori globali che alterano la geo-fisiologia del pianeta dobbiamo aggiungere un nome nuovo: ‹Homo sapiens›. Prima ne hanno fatto le spese, indirettamente, i nostri cugini Neanderthal in Europa, i denisoviani in Asia e ‹Homo floresiensis› in Indonesia. Poi la mano dei cacciatori umani si è posata sui grandi mammiferi americani e australiani. Infine, la rivoluzione planetaria rappresentata dall’introduzione dell’agricoltura e lo sviluppo economico contemporaneo hanno sconvolto radicalmente la composizione dei principali habitat terrestri su larga scala, riproducendo gli stessi effetti che per tutti i periodi precedenti del tempo geologico erano stati principalmente i risultati del cambiamento climatico o delle visite saltuarie di qualche asteroide o di colossali eruzioni vulcaniche.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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