L’inizio del ciclo climatico pleistocenico inaugurò quindi un mondo caratterizzato dall’instabilità geografica e ambientale, un mondo nel quale le popolazioni ominidi vennero sommariamente separate le une dalle altre e altrettanto arbitrariamente riunite (in relazione agli adattamenti alle circostanze prevalenti di cui potevano disporre). Tali condizioni sono precisamente quelle che, come abbiamo visto nel Capitolo 3, favoriscono i cambiamenti evolutivi. Le variazioni ecologiche generano necessariamente mutazioni adattative nelle popolazioni locali, e la frammentazione e la riunione di popolazioni accelerano i processi di speciazione, competizione ed estinzione. I nostri progenitori provengono da questo mondo ecologicamente e geograficamente instabile. Il concetto ampiamente citato di un monolitico «ambiente ancestrale» che, attraverso la nostra eredità genetica, continuerebbe a condizionare il nostro comportamento ancora oggi, è semplicemente insostenibile.
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K E Y W O R D S
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[] I. T a t t e r s a l l, ‹I l c a m m i n o d e l l’ u o m o›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 1.
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