L’analisi del reperto diede luogo a parecchie sorprese. Questo individuo giovane (probabilmente morto all’età di circa nove anni, anche se per l’eruzione dei denti permanenti è paragonabile a un dodicenne attuale), era alto circa un metro e sessanta centimetri. Se fosse vissuto fino alla maturità avrebbe raggiunto la sorprendente altezza di un metro e ottanta. Ancora più notevole è il fatto che il suo scheletro sia radicalmente diverso da quello di ‹Homo habilis› e possieda la maggior parte dei caratteri distintivi che il corpo umano ha attualmente. Anzi, la sua struttura complessiva (ma non le proporzioni corporee) è notevolmente somigliante a quella dei Turkana — una popolazione con braccia e gambe lunghe e snelle — che oggi abitano la regione. I Turkana, alti e di corporatura leggera, adatta a massimizzare la superficie di dispersione del calore corporeo e al contempo a minimizzare il volume che lo genera, sono il tipo umano ideale per l’ambiente tropicale arido in cui vivono, e sembra che lo fosse anche il «Ragazzo». Forse si può ravvisare una conferma di questa ipotesi addirittura dalla forma dell’osso nasale, la cui prominenza potrebbe indicare un adattamento delle cavità nasali per la conservazione dell’umidità e per l’umidificazione dell’aria secca inalata. Ancor più, in ‹Homo ergaster› si osserva la continuazione della tendenza verso l’asimmetria cerebrale incontrata per la prima volta in ER 1470.
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K E Y W O R D S
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[] I. T a t t e r s a l l, ‹I l c a m m i n o d e l l’ u o m o›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 1.
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