La variabilità non è in effetti causata dall’uomo; egli senza intenzione espone soltanto esseri viventi a nuove condizioni di vita, e quindi la natura agisce sulla loro organizzazione e fa sì che essa vari. Ma l’uomo può scegliere, e sceglie, le variazioni che la natura gli fornisce, e così le accumula nella maniera voluta. Egli così adatta animali e piante secondo il suo utile o piacere. Egli può farlo metodicamente o può farlo inconsciamente, conservando gli individui più utili o che più gli piacciono, senza alcuna intenzione di modificare la razza. È certo che egli può largamente influenzare il carattere di una razza selezionando, in ogni successiva generazione, differenze individuali così leggere da non essere avvertite se non da un occhio esercitato. Questo inconsapevole processo di selezione è stato il grande agente della formazione delle più distinte e utili razze domestiche. Che molte razze prodotte dall’uomo abbiano in larga misura il carattere di specie naturali, è dimostrato dagli inestricabili dubbi se molte di esse sono varietà o specie originariamente distinte.
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[] C h. D a r w i n, ‹L’ o r i g i n e d e l l e s p e c i e›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 5.
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