1976·02·24 - Giorno • Vilipendio di Freud (d1-3)

  •  2 4 / 2 / 1 9 7 6  –  G i o r n o  •  D.  K o t n i k  •

E loro?

«Due presuntuosi. Rompevano le scatole».

La psicanalisi, dunque, più che insegnata viene «consegnata» come un potere. Sublima il paternalismo… E ora la Spi espelle due suoi soci che non la pensano come gli altri… Non ritiene che questo rigore autoritario sia anacronistico?

«Lo so. L’autorità, benché utilizzata, viene criticata anche nel corso delle singole analisi. È inevitabile. L’analisi si fonda su un legame affettivo che si sviluppa non tanto per capacità taumaturgiche dell’analista quanto per il fatto che il confidarsi crea sempre una situazione di controllo psicologico che dà autorità a chi lo esercita. Il transfert è in parte positivo, ma in parte, com’è noto, anche negativo. Diciamo che il comportamento di quei due è dovuto a transfert negativo…».

Se così stanno le cose, perché non avete risolto il loro caso con i mezzi che voi psicanalisti avete a disposizione? La domanda non vuole essere: irriverente: esprime solo la curiosità del profano.

«Tutta la storia della psicanalisi tende a ripetersi. Non c’è niente di nuovo. Tutti hanno litigato con Freud e Freud ha litigato con tutti. Il caso di cui parliamo non esprime, in se stesso, che una situazione normale, che si ripete per ogni psicanalista».

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