In quarto luogo, i colombi sono stati osservati e assistiti con la massima cura e interessamento da molte persone. Sono stati addomesticati per migliaia di anni in diverse parti del mondo: la più antica notizia storica relativa ai colombi risale alla quinta dinastia egiziana, circa tremila anni avanti Cristo, come mi ha riferito il professor Lepsius; ma d’altra parte il signor Birch m’informa che i colombi sono nominati in una lista di vivande della dinastia precedente. Al tempo dei romani, secondo Plinio, erano venduti a prezzi molto alti; «i romani erano arrivati perfino a tener conto della loro genealogia e della loro razza». In India, intorno al 1600, troviamo i colombi molto valorizzati da Abker Khan; alla sua corte, se ne tenevano infatti non meno di ventimila. Lo storico di corte scrive: «I monarchi dell’Iran e del Turan gli inviarono alcuni uccelli assai rari»; e continua: «Sua maestà ha migliorato straordinariamente le razze, incrociandole: metodo mai prima praticato». Verso quell’epoca, anche gli olandesi si interessarono ai colombi, così come avevano fatto gli antichi romani. Quando giungerò a trattare della selezione, diventerà evidente la straordinaria importanza di queste considerazioni per spiegare l’enorme somma di variazioni subite dai colombi. Vedremo allora perché certe razze abbiano così spesso caratteri mostruosi. Una circostanza delle più favorevoli per la produzione di razze distinte è che il colombo maschio e la femmina fanno di solito coppia per tutta la vita, e così si possono tenere diverse razze insieme nella stessa uccelliera.
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K E Y W O R D S
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[] C h. D a r w i n, ‹L’ o r i g i n e d e l l e s p e c i e›, B o l l a t i B o r i n g h i e r i, 2 0 1 5.
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