Maglione grigio a giro collo, occhiali da vista chiari, folta barba, borsello, un pacchetto di MS e uno di cerini sulle ginocchia; un giovanotto racconta che se ne stava seduto fuori, sulle scale, e non poteva andare al seminario perché gli mancava l’apparecchio ortopedico, non poteva salire. Arrivavano i compagni, però, e lo portavano su loro. «Finito il seminario se ne vanno, mi lasciano lì, e io dico “che stronzi” … Mi metto carponi, sì, ce la faccio. Mi vergogno un pochino ma riesco a farcela…».
E Massimo: il tutore ortopedico… Ne può fare a meno nel momento in cui si è insieme… Ma che cos’è il tutore ortopedico? È la passività di fronte alla mammina, al papino, alla zietta, fino al governo Andreotti. Che scompare purché ci sia un lavoro collettivo.
Gli interventi si inseguono. Uno dietro l’altro. Senza una sosta, una riflessione. Alle risposte di Massimo non c’è replica.
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K E Y W O R D S
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