Quarantasei anni, faccia scavata e sguardo ardente dietro le lenti fumé, un passato di rissoso eretico freudiano alle spalle, Massimo Fagioli è oggi lo psicoanalista italiano di gran lunga più seguito e ascoltato. Da due anni, nello spazio universitario concessogli dall’illuminato pluralismo del professor Reda per l’intercessione del suo amico e collega Nicola Lalli, tiene seminari bisettimanali sempre più affollati. Terapia di gruppo? Psicodramma? L’autore di «Istinto di morte e conoscenza» respinge seccamente queste definizioni-etichetta che lo «soffocano», dice, «senza appartenergli».
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K E Y W O R D S
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