Origine delle specie… • 1.5. Princìpi di selezione… (5)

  •  D a r w i n  (1 8 5 9,  1 8 7 2⁶)  •  1. … v a r i a z i o n e … s t a t o  d o m e s t i c o  •

Ritornando alle piante, esiste un altro metodo per osservare gli effetti accumulati della selezione, cioè quello di confrontare, nei giardini, la diversità dei fiori delle varietà differenti di una stessa specie; negli orti, la diversità delle foglie, dei baccelli, dei tuberi o di qualsiasi parte abbia importanza, in rapporto coi fiori delle stesse varietà; e nei frutteti, la diversità dei frutti della stessa specie in rapporto con le foglie e i fiori dello stesso gruppo di varietà. Osserviamo come sono diverse le foglie del cavolo, e come sono simili i suoi fiori; come sono diversi i fiori della viola del pensiero e come sono simili le sue foglie; come il frutto delle diverse qualità di uva spina varia nelle dimensioni, nel colore, nella forma e nel grado di villosità, mentre i fiori presentano solo differenze lievissime. Ciò non significa che le varietà molto diverse in qualche punto non presentino alcuna differenza in altri punti: questo non accade quasi mai, e forse mai, secondo quanto posso affermare in seguito a minuziose osservazioni. La legge della variazione correlata, di cui non dobbiamo mai trascurare l’importanza, determinerà sempre qualche differenza; ma non vi è dubbio, come regola generale, che la continua selezione di lievi variazioni, sia nelle foglie, sia nei fiori, sia nei frutti, produrrà razze che differiscono fra loro soprattutto in questi organi.

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K E Y W O R D S
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[]  C h.  D a r w i n,  ‹L’ o r i g i n e  d e l l e  s p e c i e›,  B o l l a t i  B o r i n g h i e r i,  2 0 1 5.
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