Salto nel vuoto • Casa Ponticelli. Interno giorno (XXXIV:29a)

  •  B e l l o c c h i o  (1 9 8 0)  •  S a l t o  n e l  v u o t o  (s c e n e g g i a t u r a)  •

Si vedono uscire di casa, riflesse nella specchiera. Lo spazio resta un attimo vuoto. Poi, la mdp inizia un carrello indietro, mentre il giudice attraversa l’ingresso. Bofonchia su un tono seccato “Arrivederci, arrivederci…”. Suona il pendolo. La mdp comincia una panoramica che, oltre una porta aperta, per un attimo scorge passare Ponticelli, nervoso. Sempre in panoramica, percorre il soggiorno e lo ritrova seduto al pianoforte; continua oltre lui che si è alzato e [sic!] uscito. È come se la mdp perseguitasse, braccasse il giudice. Carrella in avanti dentro lo studio; lui ricompare un momento e fa subito dietrofront. Prosegue il carrello che dallo studio va verso il bagno attraverso la cui porta aperta sorprende Ponticelli seduto sulla tazza; si alza, esce e chiude la porta. La mdp lo segue in carrello laterale, in PP.
Ponticelli (sottovoce):  Sono a casa mia. Faccio quello che mi pare, ecco.
Ponticelli chiude un’altra porta, prosegue, un’altra ancora. La mdp si arresta sulla porta chiusa, mentre il giudice prosegue e esce di campo, poi torna indietro, spalanca la porta, entra nella camera di Marta, va al balcone, scavalca la ringhiera, e salta nel vuoto. Silenzio nello spazio vuoto.

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K E Y W O R D S
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[]  M.  B e l l o c c h i o,  ‹S a l t o  n e l  v u o t o›,  U n i v.  e c o n.  F e l t r i n e l l i,  1 9 8 0.
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