Per comprendere questa tesi, si può utilmente modificare un famoso esempio di John Austin [41]. Immaginiamo un’atleta, Giulia, che pratica il salto in alto: molte volte Giulia ha superato i due metri, ma altre volte ha fallito. Alla finale delle Olimpiadi, Giulia tenta i due metri, ma non ce la fa. Avrebbe potuto fare altrimenti? Certo, perché in passato l’ha fatto (dunque l’enunciato 1 è vero). Tuttavia, anche in questa occasione Giulia aveva ‹deciso› di saltare i due metri e tuttavia non ce l’ha fatta: dunque, essendo vero l’antecedente e falso il conseguente, l’enunciato condizionale 2 è falso. Perciò, la sua verità non è condizione necessaria della verità dell’enunciato 1, che esprime la possibilità di fare altrimenti.
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N O T E
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[41]. Cfr. Austin (1961).
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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