Libero arbitrio… • 2.1. Il compatibilismo e i suoi critici (6)

  •  D e C a r o  (2 0 0 4)  •  2.  L i b e r t à  e  d e t e r m i n i s m o  •

Le critiche contro il compatibilismo non furono, però, una novità della fine del Settecento: esse infatti avevano già una storia secolare, che rimandava al dibattito teologico sul libero arbitrio. Un campione dell’incompatibilismo libertario di matrice teologica era stato, ad esempio, il già citato John Bramhall, il quale fu critico feroce della concezione di Hobbes (che peraltro aveva forma teologica solo superficialmente) [6]. Bramhall, in particolare, contestava la definizione hobbesiana di libertà, che a suo giudizio a nulla rimandava se non a una «libertà puerile», a una pseudolibertà che è propria, forse, dei neonati e degli animali selvaggi, non certo degli esseri umani adulti [7]. Secondo Bramhall, la compatibilità di libertà e determinismo implicherebbe che le nostre scelte siano interamente determinate da cause incontrollabili (come la volontà divina) e che, dunque, l’agente, al pari dei neonati e delle bestie, non possa esercitare su esse alcun controllo. Se questa fosse tutta la libertà che abbiamo — concludeva Bramhall — non saremmo più liberi di quanto lo sia un bastone nelle mani di un uomo (e d’altra parte lo stesso Hobbes si faceva un vanto delle conseguenze controintuitive della sua concezione, se arditamente paragonava la libertà umana a quella di un fiume che scende lungo il suo letto) [8].

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N O T E
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[6]. Sul dibattito tra Hobbes e Bramhall, cfr. Longega (2000). Un altro classico dell’incompatibilismo libertario in ambito teologico è rappresentato da Jonathan Edwards (1754).

[7]. Cit. in Kane (1996, p. 11).

[8]. «‹Libertà› e ‹necessità› sono compatibili. Lo sono nel caso dell’acqua che ha non solo la ‹libertà› ma la ‹necessità› di scorrere nel letto del fiume, e lo sono altrettanto nel caso delle azioni che gli uomini compiono volontariamente e che procedono, da un lato, dalla ‹libertà› (poiché procedono dalla volontà) e tuttavia, dall’altro, dalla ‹necessità›, poiché ogni atto della volontà umana, ogni desiderio e ogni inclinazione procede da qualche causa, questa da un’altra e così via in una catena continua». Hobbes (1651, p. 176).

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K E Y W O R D S
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