In seguito la proposta di Moore è stata ulteriormente raffinata. In particolare, sono state rilevate interessanti differenze tra la ‹capacità› di azione e di scelta, da una parte, e l’‹opportunità› o la ‹possibilità› di agire e di scegliere, dall’altra, oppure tra il possesso di una capacità e il suo esercizio [37].
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N O T E
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[37]. Cfr. Kenny (1975), Gert, Duggan (1979), Landucci (1980) e, per un’utile discussione, da una prospettiva non simpatetica con il compatibilismo, Ciprotti (2003a). Le proposte presentate in questi saggi sono interessanti; dubito, però, che siano risolutive. Se, infatti, è giusto sottolineare che la ‹capacità› di agire o di scegliere non è identica alla ‹possibilità› di agire e di scegliere (come pure talora si afferma), è naturale pensare che la seconda sia condizione necessaria della prima. E così rimane aperto il problema di chiarire come vada interpretata in un mondo deterministico la possibilità di agire e di scegliere.
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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