Homo sapiens… • 7. Il grande cespuglio della diversità… (2)

▢  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  7.  ‹H o m o  s a p i e n s›  s p e c i e  p l a n e t a r i a  •

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In un primo tempo era sceso verso l’Africa meridionale, incontrando alcuni cugini robusti assai deludenti e arretrati, confinati in una terra circondata dal mare. Allora aveva puntato verso nord, attraversando le foreste tropicali abitate da strani ominidi con la pelle nera e giungendo quindi in un favoloso paradiso terrestre fatto di praterie, ruscelli, colline ondulate, mandrie al pascolo, orde pacifiche e selvaggina a volontà: il Sahara. Piegando verso occidente quando si era trovato di fronte a un grande lago, Ian aveva attraversato un istmo di terra dal quale provenivano frotte di animali in cerca di riparo dal freddo ed era penetrato nell’Europa glaciale. Aveva camminato per giorni nella neve dei Pirenei e aveva visto le grandi distese di ghiaccio che scendevano verso sud lambendo il grande lago. In Europa, continuò Ian, aveva incontrato uno strano cugino, un certo “uomo di Neanderthal”, dotato di una possente muscolatura, con la fronte sfuggente, gli zigomi pronunciati, due enormi occhi infossati e un grande cervello. Gli parvero molto intelligenti e abili nell’inseguire le renne. Lavoravano la selce da maestri, ma avevano idee un po’ strambe: “troppo metafisiche per me, temo. Io sono un tipo pratico. Tanto per dirne una, seppelliscono i morti”.

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K E Y W O R D S
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[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
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