Questa interpretazione, sostenuta anche da Louis Leakey fino agli anni Settanta, dominò la scena per alcuni decenni, convivendo dagli anni Quaranta con una versione più sofisticata dell’ipotesi monofiletica. Un allievo di Schwalbe, l’anatomista tedesco Franz Weidenreich, avanzò l’idea, come si è visto, che linee evolutive parallele avessero determinato il passaggio graduale, in diverse parti del mondo, da varietà geografiche di ominidi arcaici a varietà geografiche di ‹Homo sapiens›. Secondo questo modello l’uomo di Neanderthal non era una deriva evolutiva sfortunata ma uno dei passaggi, quello europeo all’interno di cinque linee evolutive regionali, fra il pitecantropo e l’uomo moderno.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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