I Neanderthal assistevano i vecchi e i malati, mostrando un’attenzione veramente “umana” per i membri più deboli delle loro comunità. Curavano con perizia anche le ferite violente riportate durante la caccia. La mortalità infantile era alta (circa il 40%), ma una volta superata l’adolescenza le possibilità di sopravvivenza fino all’età matura (cioè 40-45 anni) erano buone. Le splendide sepolture Neanderthaliane di Shanidar, sui Monti Zagrei nel Kurdistan iracheno, risalenti a 80-60mila anni fa, rivelano una complessità sociale elevata e un ricco mondo interiore. I Neanderthal assistevano i malati e i vecchi: le ossa dell’individuo maturo (tra 40 e 50 anni di età) trovate nella sepoltura Shanidar I presentano i segni di interventi di cura dopo lesioni, traumi e fratture. Potrebbero essere stati presenti anche i primi riti: coricato in posizione parzialmente fetale, il corpo del maschio adulto della sepoltura Shanidar IV era forse cosparso di fiori e di semi di diverse piante medicinali, di cui sono rimasti i pollini (anche se non è escluso che possano essersi infiltrati in un tempo successivo, magari trasportati lì da roditori).
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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