Lo strumento sperimentale adottato dal gruppo di Cavalli Sforza a Stanford era una versione aggiornata di quello adottato già da Wilson e Sarich negli anni Sessanta per la datazione dell’origine degli ominidi e per la misura della parentela genetica fra l’uomo e le scimmie antropomorfe, applicato però al Dna nucleare. Allora i due scienziati avevano analizzato marcatori molto semplici, come la reazione immunologica delle proteine del sangue. Il metodo del gruppo di Cavalli Sforza consisteva invece nel calcolare la frequenza di alcune versioni di un determinato gene o di una determinata proteina al fine di calcolare per coalescenza i periodi di separazione fra le popolazioni e di ricostruire i tracciati delle loro migrazioni. La premessa di partenza è sempre che esista una relazione diretta di proporzionalità fra la quantità di differenze riscontrate fra due patrimoni genetici attuali e il tempo trascorso dalla loro separazione a partire da un antenato comune.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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