Homo sapiens… • 7.1. L’albero della diversità umana (4-5)

  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  7.1.  L’ a l b e r o  d e l l a  d i v e r s i t à  u m a n a  •

Un filone parallelo di indagine seguì invece lo stesso metodo di Eva mitocondriale, cioè il calcolo diretto della quantità di mutazioni in strutture a discendenza matrilineare o patrilineare. Nel 1994 il genetista Robert Dorit applicò la medesima tecnologia usata per l’eredità mitocondriale allo studio comparato di alcuni tratti del cromosoma Y, la cui discendenza è soltanto maschile e rappresenta il reciproco perfetto del Dna mitocondriale. Gli esiti furono altrettanto interessanti. Il cromosoma Y di tutta l’umanità, proprio come i cognomi in un piccolo paesino di montagna, deriva da una forma ancestrale unica, portata da un individuo vissuto in Africa intorno a 240mila anni fa e soprannominato (so che ci avreste giurato) “Adamo”.

Stime successive abbassarono l’età di Adamo, fino a 160mila anni fa, ma sempre in sostanziale accordo con quanto previsto dall’ipotesi di Eva mitocondriale. Anche la versione maschile dell’albero genealogico raccontava dunque la storia di un’umanità discesa recentemente da una piccola popolazione uscita dall’Africa, forse a ondate successive. Quantitativamente la variabilità genetica fra tutte le popolazioni umane risultò sempre bassissima, segno di una loro origine recente e dell’impossibilità di classificare le popolazioni umane attuali in “razze” distinte.

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K E Y W O R D S
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[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
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