Per qualche tempo la nuova talpa scava in silenzio nella coscienza del leader comunista. Poi, a novembre dello stesso anno, i primi frutti. Davanti a un’affollata platea di fagiolini (così vengono chiamati i seguaci dello psichiatra) in cui è stato coinvolto anche il vecchio Pietro Ingrao, Bertinotti presenta un suo libro ed esalta per la prima volta la non violenza, senza alcuna riserva per la propria tradizione politica. Il dado è tratto e lo psichiatra già ne gongola.
Ma il compimento dell’incauto salto dalla “Lettera ai romani” alla “Teoria della nascita e castrazione umana” (fondamentale e indecifrabile saggio di Fagioli del 1971) si consuma a luglio del 2005, quando il leader comunista sceglie l’elegante libreria al centro di Roma Amore e Psiche, disegnata dallo stesso Fagioli e suo luogo di culto personale, per annunciare con linguaggio desiderante la partecipazione alle primarie dell’Ulivo. Al termine Fagioli lo abbraccia e lo spinge verso la folla gridando: «Votatelo! È vostro!». Ai cronisti dirà più pacatamente: «Lui stesso lega la scelta della non violenza alle mie teorie».
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K E Y W O R D S
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