Ora, per capire se Bertinotti è davvero nei guai psicoideologici e se gli riuscirà facile sciogliersi dall’abbraccio di questo curioso affabulatore del secolo scorso, vale la pena di ripercorrere brevemente le tappe del suo pensiero e del suo istrionico cammino. Non è impresa difficile perché, arrivato all’età di 75 anni, Fagioli ha ripetuto all’infinito i punti chiave della sua ricerca, mentre è di questi giorni il suo quinto saggio intitolato semplicemente, come si addice ai grandi, “Lezioni 2002”.
I primi saggi, quelli fondativi, avevano invece titoli più fantasiosi come “Istinto di morte e conoscenza” o “La marionetta e il burattino”. Contenevano formule di non sense psicoanalitici e picconate così forti all’edificio freudiano che, nel 1975, gli costarono l’espulsione dalla Società psicoanalitica italiana, insieme al discepolo Antonello Armando. Troppa severità, si disse, ma non doveva esser facile per i paludati psicoanalisti dell’epoca tenersi uno che chiamava Freud «lo scemo che non aveva capito niente» e che spiegava così la “pulsione di annullamento” sua scoperta fondamentale: «Fa di ciò che è ciò che non è, cioè non esiste, e fa di ciò che è stato ciò che è».
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K E Y W O R D S
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