Tuttavia, il primo dato problematico era già stato rilevato agli inizi degli anni Trenta, quando un gruppo di ricercatori impegnati nel sud dell’Etiopia rinvenne una forma contemporanea e parallela di australopiteco, dal corpo più tozzo: un erbivoro dalle grandi mandibole e dal cervello piuttosto piccolo. Si trattava dell’‹Australopithecus robustus›, subito accantonato come un probabile “binario morto” della progressione umanoide. Si dovette tuttavia ammettere l’esistenza di una prima ramificazione in qualche modo “secondaria” e, per la prima volta, proveniente non dal Sudafrica ma dall’Africa orientale.
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K E Y W O R D S
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• Australopithecus_robustus (‹Australopithecus robustus›)
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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