Le vignette satiriche sul profeta dell’islam comparse su alcuni quotidiani europei, oltre a suscitare in tutto il mondo il disgusto, la protesta e la rivolta di un gran numero di musulmani, hanno provocato in Occidente, come “effetto collaterale”, il riaccendersi della curiosità sul tema affascinante del ruolo e della liceità delle immagini nel mondo islamico. Ogni turista che abbia visitato delle moschee sa bene come esse siano assolutamente prive di immagini sacre, e come, in generale, non vi si trovino rappresentazioni di esseri viventi, e tuttavia, la consapevolezza di questa diffidenza per le immagini — che l’islam ha peraltro in comune con l’ebraismo — è spesso fonte di equivoci. Ad esempio, si ritiene comunemente che il divieto delle immagini sia connesso con lo “spirito semitico”, senza considerare che questo stesso “spirito” si è espresso nella creazione di grandi correnti artistiche ricche di rappresentazioni di esseri animati: si pensi all’arte assiro-babilonese, all’arte di Palmira e a quella dei Nabatei di Petra. L’avversione per le icone non è dunque una caratteristica dei popoli semitici: lo fu, tutt’al più, di una piccola parte, gli israeliti e, anche in questo caso, per un periodo limitato della loro storia. Un punto fondamentale è invece quale sia stata l’attitudine dell’islam primitivo, e soprattutto quella del profeta, rispetto ai monumenti figurati. In effetti, Muhammad non fu quel feroce iconoclasta dipinto dalla tradizione, e nel Corano non troviamo una chiara condanna delle immagini. [⇒]
_____________◊ authp_M_a_r_c_o_D_i_B_r_a_n_c_o
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_M_D_i_B_r_a_n_c_o
◊ authp_D_i_B_r_a_n_c_o
◊ press_art, presshdr_L_e_f_t
◊ yauth_2_0_0_6, yedit_2_0_0_6
◊ lantxt_it, hdr_v3
• keywords_da_inserire
_____
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento