Morto il Profeta, alla guida della comunità islamica venne posto dapprima Abu Bakr, padre della seconda prediletta moglie di Maometto, Aisha, e poi Umar ibn al-Khattab. Il suo califfato fu determinante per l’islam, perché promulgò diverse disposizioni civili, penali e religiose che rimarranno inalterate in gran parte dei paesi islamici fino ai giorni nostri. Fu lui, per esempio, ad introdurre la lapidazione per l’adulterio.
Gli elementi di autonomia presenti nel periodo della ‹Jahilia› [sic!] spariscono e la trasformazione in una società patriarcale si compie definitivamente. Nell’epoca Omayyade e Abasside, i califfi restrinsero via via gli spazi a disposizione, legittimando le loro posizioni con il ricorso a presunti “detti e fatti” del Profeta tramandati di bocca in bocca per secoli. Sempre sulla base di queste testimonianze si arrivò con il tempo a compilare libri come quello scritto nel XIII secolo dal teologo Ibn Taimiya, dal titolo ‹Il velo della donna e il modo in cui si deve vestire per la preghiera›: un testo che è la quintessenza della misoginia, una visione che ha avuto fortuna nel mondo arabo, indipendentemente dalle contraddizioni con il Corano in cui Allah si rivolge direttamente «ai musulmani e alle musulmane, ai credenti e alle credenti, ai devoti e alle devote» (Corano XXXIII, 35).
_____________◊ authp_A_g_n_e_s_e_B_e_r_t_e_l_l_o
K E Y W O R D S
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
◊ authp_A_B_e_r_t_e_l_l_o
◊ authp_B_e_r_t_e_l_l_o
◊ press_art, presshdr_L_e_f_t
◊ yauth_2_0_0_6, yedit_2_0_0_6
◊ lantxt_it, hdr_v3
• keywords_da_inserire
_____
¯¯¯¯¯
Nessun commento:
Posta un commento