Questa convivenza ha caratteristiche particolarmente impressionanti dal punto di vista morfologico ed evoluzionistico. Il confronto fra un cranio di ‹Homo ergaster›, visibilmente “pre-umano”, e il cranio di un parantropo, decisamente arcaico e per certi aspetti simile a quello di un gorilla attuale, è molto istruttivo. Si tratta di due forme ominine radicalmente diverse per anatomia, comportamento, dieta, organizzazione sociale: un ominino snello, slanciato e con una capacità cerebrale di quasi 1000 cc da una parte; uno tozzo e massiccio, dalle robuste mascelle, dall’altra. Sembrerebbe una sfida evolutiva impari, eppure hanno vissuto insieme, negli stessi territori, per centinaia di millenni.
Entrambe le specie sono molto stabili (gli esemplari più antichi sono simili ai più recenti) e longeve. In altri termini, il medesimo habitat ha ospitato a lungo due specie stabili con abitudini molto diverse: onnivoro ed esperto macellatore di carcasse ‹Homo ergaster›; erbivoro ghiotto di semi e radici ‹Paranthropus boisei›. L’ecologia africana dimostra ancora una volta di poter accogliere più di una specie ominina contemporaneamente e per lungo tempo, senza che una prevalga sull’altra o monopolizzi le risorse disponibili.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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