Oggi è ormai assodato oltre ogni ragionevole dubbio che il piccolo “hobbit man” scoperto nel 2003 sull’isola indonesiana di Flores era una specie di ‹Homo› distinta dalla nostra, e non una popolazione di ‹sapiens› nani. Le scoperte successive su ‹Homo floresiensis› ne hanno se possibile accentuato ancor più il già straordinario interesse: forse era un discendente recente di ‹H. erectus› meridionale rimasto bloccato sull’isola e rimpicciolitosi in sito a causa di un tipico adattamento ecologico noto come “nanismo insulare”, ma alcuni caratteri molto primitivi (soprattutto nella forma del cranio e nei grandi piedi) fanno supporre che possa trattarsi di discendenti di una forma africana più antica e di dimensioni inferiori (più vicina a ‹Homo ergaster› o ‹Homo habilis›). Il nanismo insulare si spiega con il fatto che, in situazioni di scarsità di risorse e in assenza di predatori, sulle isole è più efficiente diventare piccoli, come testimoniano gli elefanti nani di Creta e della Sicilia; viceversa, come vediamo dall’enorme roditore insulare di cui si cibava proprio ‹H. floresiensis›, talvolta conviene ingigantirsi (nella grotta di Liang Bua è stata scoperta anche una cicogna alta un metro e 82 cm). Sembra una novella di Jonathan Swift con nani e giganti su isole esotiche, ma è tutto vero.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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