‹Homo heidelbergensis› era l’antenato comune tra noi ‹Homo sapiens› e i Neanderthal, era cioè l’umanità di mezzo da cui scaturirono le specie più recenti del genere ‹Homo›. Proviamo a immaginare le conseguenze evolutive della padronanza completa, in termini sia fonatori sia cerebrali, del linguaggio articolato: esse investirebbero tutti gli aspetti del comportamento umano. È probabile che intorno a 400mila anni fa le modalità di comunicazione, gestuale e fonetica, si fossero evolute notevolmente rispetto a un milione di anni prima, ma senza raggiungere il culmine del linguaggio articolato. Se questo è vero, significa che per un certo lasso di tempo nell’anatomia ominina si sono accumulate gradualmente le prerogative per l’emergenza del linguaggio senza che ad esse corrispondesse un’applicazione immediata e lineare nei comportamenti: un’altra evidenza a favore dell’evoluzione a mosaico delle proprietà umane. Nel suo apparato vocale e nel suo cervello ‹H. heidelbergensis› aveva a disposizione strutture anatomiche che forse ha saputo riutilizzare soltanto in fasi successive: era una specie “exattativa” dal punto di vista morfologico.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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