Nel 2015 è nata una nuova stella nel firmamento dell’evoluzione umana, ‹Homo naledi›, e la notizia ha fatto il giro del mondo. Nel complesso di grotte denominato “Rising Star”, presso Johannesburg, molto vicino alle doline carsiche dove fu rinvenuto ‹Australopithecus sediba›, in una camera nascosta a 40 metri di profondità, raggiungibile solo attraverso uno stretto pertugio, sono state trovate più di 1550 ossa umane, appartenenti ad almeno 15 individui (contando solo quelle associate tra loro, e non le tantissime altre ossa sparse appartenenti a molti altri individui). Un vero giacimento, un cimitero ricchissimo, che permette addirittura di fare un ampio studio popolazionale confrontando fra loro le parti anatomiche corrispondenti di molti individui diversi, donne e uomini, giovani e vecchi. Un caso rarissimo. “Naledi” vuol dire appunto “stella” nella lingua locale, una stella nascente, e merita appieno l’appellativo.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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