Le tecnologie di lavorazione della pietra dei primi ‹H. sapiens› fuoriusciti dall’Africa erano innovative sì, ma inizialmente furono analoghe a quelle di altre specie coeve: producevano lame, raschiatoi e punte scheggiando un nucleo di materiale appositamente preparato (tecnica cosiddetta “Levallois”). In pratica, da un nucleo lavorato prima veniva staccata, con un colpo secco, una scheggia sottile e tagliente. In tal modo, il bordo affilato delle pietre era continuo: una lama lunga, priva delle scheggiature dovute ai colpi di rifinitura. Questa tecnologia, definita “musteriana” o Modo3, compare anche in altre parti del pianeta nello stesso periodo (non solo in siti ‹sapiens›) e dà inizio al Paleolitico medio: gli utensili si diversificano in almeno quaranta tipologie (dai raschiatoi, ai coltelli, alle punte) e vengono riutilizzati a diversi stadi di lavorazione. A partire da 60mila anni fa nel Levante e da 45-40mila anni fa in Europa le tecnologie dei soli ‹sapiens› subiscono invece un rapido raffinamento.
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K E Y W O R D S
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[] T. P i e v a n i, ‹H o m o s a p i e n s e a l t r e c a t a s t o f i›, M e l t e m i, 2 0 1 8³ (r i v.).
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