Homo sapiens… • 6.3. La chimera del linguaggio (5-6)

▢  •  P i e v a n i  (2 0 1 8)  •  6.3.  L a  c h i m e r a  d e l  l i n g u a g g i o  •

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Questa scoperta suscitò moltissime domande nei paleoantropologi. Era la prima volta che si scovava una prova diretta e anatomica dell’emergenza del linguaggio, fino ad allora associato piuttosto arbitrariamente ad altre caratteristiche del comportamento ominino. Le “prove” dell’acquisizione del linguaggio da parte degli ominini erano state sempre indirette e spesso puramente speculative: si diceva, per esempio, che la costruzione di utensili in luoghi specializzati, la caccia e le prime forme di organizzazione sociale in gruppo fossero una prova dell’utilizzo del linguaggio articolato. Ma gli scimpanzé sanno fare le stesse cose senza possedere il linguaggio articolato…

Quando ha avuto inizio dunque l’evoluzione del linguaggio? Si è trattato di un’evoluzione lenta e graduale, di specie in specie, oppure di un’evoluzione improvvisa legata a una speciazione? Secondo alcuni scienziati, come Philip Tobias e Dean Falk, la formazione del linguaggio avrebbe un’origine molto antica, risalente addirittura a ‹Homo habilis›, e si sarebbe poi gradualmente perfezionata nelle specie successive del genere ‹Homo›, fino al nostro apice: lo dimostrerebbe la presenza, nelle impronte endocraniche da ‹H. habilis› in poi, delle protuberanze che corrispondono all’area di Broca e all’area di Wernicke. Ma le prove di una simile antichità del linguaggio sono solo ipotetiche: un marchio “anatomico” plausibile della parola appare soltanto con ‹H. heidelbergensis›.

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K E Y W O R D S
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[]  T.  P i e v a n i,  ‹H o m o  s a p i e n s  e  a l t r e  c a t a s t o f i›,  M e l t e m i,  2 0 1 8³  (r i v.).
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