Libero arbitrio… • 1.8. Indeterminismo radicale (7-8)

  •  D e C a r o  (2 0 0 4)  •  1.  L i b e r t à  e  i n d e t e r m i n i s m o  •

Per spiegare perché Rossi è entrato nel ristorante possiamo ipotizzare che ‹intendesse› mangiarvi oppure che ‹volesse› chiedere un’informazione oppure che ‹desiderasse› guardarne l’arredamento e così via. Possiamo ammettere che tutte queste spiegazioni siano plausibili; in genere, però, una sola sarà corretta: quella che individua la ragione, o le ragioni, che hanno causato l’entrata di Rossi nel ristorante [40].

Secondo Davidson, dunque, se non vogliamo accettare l’assurda idea che tutte le spiegazioni plausibili di una certa azione si equivalgono, dobbiamo concedere che la nozione di causalità sia applicabile alle ragioni ovvero — con buona pace degli indeterministi radicali — che le azioni ‹sono causate› dalle ragioni per cui vengono compiute [41].

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N O T E
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[40]. In molti casi, un agente può dire quale tra le ragioni che potrebbero, potenzialmente, spiegare una sua azione è quella corretta: diremo, allora, che quella ragione ‹ha causato› quell’azione. Talora questa ragione può essere meglio individuata da una terza persona (ad esempio, da uno psicologo che ha in cura l’agente). In altri casi, infine, non c’è modo per noi di scoprire quale sia la ragione che ha causato un certo comportamento; ma ciò non significa, naturalmente, che ‹nessuna› ragione abbia causato quell’azione.

[41]. Un interessante corollario di questa tesi è che tutte le spiegazioni intenzionali hanno carattere causale: su ciò, cfr. De Caro (1998a, cap. 2).

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K E Y W O R D S
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[]  M.  D e  C a r o,  ‹I l  l i b e r o  a r b i t r i o …›,  L a t e r z a,  2 0 0 4.
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